Nel calcio, come in tutti gli sport di situazione, la forza non si presenta mai in forma pura, ma è associata ad una serie di altri fattori condizionali e coordinativi. Dunque è più utile parlare di espressione di forza.
Se volessimo parlare di forza esplosiva, dovremmo considerare che essa, è la capacità del nostro sistema neuromuscolare, di esprimere elevati gradienti di forza nel minor tempo possibile. Questa permette di sviluppare la potenza, e la capacità di rispondere più rapidamente ad un’azione motoria.
Ma in base a cosa può manifestarsi un tipo di forza?
La risposta a questa domanda è riassunta nella relazione che vi è tra la forza e la velocità. Questa tipologia di legame infatti, fu un argomento approfondito già negli anni 30, da A. Hill, il quale mise nero su bianco la famosa curva di Hill.
Con lo sviluppo di tensione nel muscolo, si verifica un accorciamento. Quest’ultimo avviene in una determinata quantità di tempo, per cui secondo la relazione fisica spazio/tempo, si può riuscire a quantificare il tempo in cui avviene questa contrazione. Hill notò che i livelli più alti di forza, corrispondevano sempre ad una velocità piuttosto bassa, vicina alla zero. In particolare, al manifestarsi della massima espressione di forza, quindi la isometrica (senza accorciamento muscolare), la velocità era esattamente pari a zero. A questo punto si può dedurre che forza e velocità sono inversamente proporzionali.
Tuttavia va specificato però, che la relazione F-V non è esattamente uguale nei movimenti umani più complessi, perché questi ultimi non sono movimenti di muscoli singoli, poiché risultano sovrapposte più forze espresse da più muscoli.
Legge di Henneman e reclutamento delle fibre muscolari
Ai vari concetti appena espressi, risulta necessario aggiungere le caratteristiche legate alla tipologia di fibre muscolari. Nello specifico le fibre, sono raggruppate all’interno di gruppi i cui principali parametri che le contraddistinguono, sono il metabolismo e il tipo innervazione.
Si parla di fibre veloci (FT) bianche (scarsa presenza di mioglobina), quando si fa riferimento a fibre forti ma poco resistenti alla fatica, contraddistinte nello stesso tempo da un velocità di conduzione veloce, che può arrivare fino a 120m/s. Il loro metabolismo è prevalentemente anaerobico (glicolitico). Hanno una soglia d’attivazione alta, e quindi entreranno in gioco solo se richiamate da sforzi elevati. Esse rivestono un ruolo fondamentale nell’ipertrofia muscolare.
La percentuale di fibre veloci all’interno di un determinato gruppo muscolare, è una caratteristica genetica ed è modificabile con l’allenamento.
Altra tipologia di fibre sono le c.d. fibre lente (ST), rosse e resistenti. Sono ricche di mitocondri e di mioglobina, sostanza che da cui deriva il caratteristico colore rosso, e che gli permette d’avere una riserva d’ossigeno sempre disponibile. Il loro metabolismo è aerobico (ossidativo), ed inoltre sono fatte per lavorare per lunghi periodi di tempo. Hanno una velocità di conduzione nervosa lenta che raggiunge massimo gli 80m/s, riuscendo così a generare poca forza. Questo però gli permette di resistere alla fatica e pertanto hanno una bassa soglia d’attivazione. Possiedono un diametro contenuto, il quale non gli permette d’esercitare molta forza.
La legge di Henneman (1965) in tal senso, spiega che al crescere dello sforzo vengono prima attivate le fibre muscolari lente, poi le intermedie ed infine le veloci.
Basta l’80% del carico massimale per reclutare tutte le fibre muscolari. L’aumento di forza per arrivare al 100% è dato da un aumento di frequenza di scarica, e non da un maggiore reclutamento.
L’allenamento con i sovraccarichi non deve essere proposto con 30″ alla massima velocità. Occorre invece proporre sedute di almeno 10-30′ per gruppo muscolare, con tempi sotto tensione tra i 30-50″. In questo range è logico che le fibre più avvantaggiate sono proprio quelle bianche, pertanto tutte le altre fibre tenderanno a cambiare il loro metabolismo per adattarsi al lavoro imposto dai pesi.
Nel video proposto si andrà a ricercare un condizionamento neuromuscolare, attraverso una routine di lavoro con un focus su diversi aspetti. In seguito lo staff presenterà alcune esercitazioni che prevedono anche l’utilizzo del pallone.
Credit immagine: dailymail.co.uk
Credit video: Efootball
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