Origine e definizione

Il calcio moderno è in continua evoluzione, e attualmente nel calciatore la componente di forza, risulta essere uno dei punti cardine della preparazione atletica. Come ben sappiamo ci sono diverse espressioni di forza e diversi modi di allenarla, ma sicuramente se parliamo di calciatore e quindi di atleta professionista, non possiamo non conoscere “il metodo d’urto“. È una forma specifica di lavoro che nasce da ricerche ed esperimenti effettuati a partire dagli anni ’50 -’60 dal Prof. Yury Verkhoshansky. Tale metodo è basato su un brusco stiramento dei muscoli, attivati per produrre un elevato gradiente di forza nella successiva contrazione (es: depth jump).

In particolare lo stiramento muscolare d’urto rappresenta:

  • Un elevato stimolo afferente la produzione di una intensa selva di impulsi, dalla zona motoria centrale alla periferia motoria.
  • Un fattore determinante per l’accumulo di energia meccanica elastica nei muscoli, che aumenta notevolmente l’effetto di lavoro sulla successiva contrazione muscolare.

Tra i molteplici vantaggi che il metodo d’urto può offrire, ne possiamo individuare due fondamentali:

  1. E’ un mezzo semplice che permette di aumentare il rendimento meccanico di qualsiasi azione motoria sportiva, la quale richiede di esprimere un impegno elevato di forza in un tempo minimo.
  2. E’ un metodo molto efficace della preparazione speciale della forza, che favorisce l’aumento della forza massimale, della forza esplosiva e della forza iniziale; così come il miglioramento della capacità reattiva dell’apparato neuromuscolare dell’atleta.

In sintesi, è possibile definire il metodo d’urto come una forma specifica di preparazione della forza, diretta soprattutto allo sviluppo della forza esplosiva muscolare e della capacità reattiva dell’apparato neuromuscolare.

L’Esercizio principale: Il salto in basso con rimbalzo e spinta verticale

Nel metodo d’urto le esercitazioni che vengono utilizzate sono molteplici (counter movement jump, ecc), ma un ruolo fondamentale è ricoperto sicuramente da i salti in basso con rimbalzo. Un movimento apparentemente semplice ma che deve essere effettuato con una tecnica perfetta, soprattutto se non si vuole incorrere in spiacevoli infortuni.
Tra i tanti elementi su cui porre maggiore attenzione, ne individuiamo alcuni in questo esercizio:

  • La spinta verticale deve essere elastica e molto energica, evitando di sovraccaricare muscoli e articolazioni. Gli arti superiori contribuiscono al movimento estendendosi e slanciandosi.
  • La caduta deve avere una traiettoria verticale e il corpo deve essere eretto.
  • La ricaduta avviene su entrambi gli arti, prima sulle punte e poi successivamente si recupera l’equilibrio poggiando anche i talloni.
  • L’ammortizzazione è fondamentale, in quanto permette di smorzare l’effetto cinetico della caduta del corpo. È la fase in cui si accumula energia elastica, le spalle non sono inclinate troppo avanti, e il piegamento delle ginocchia viene individuato sperimentando.
  • Il volo dopo la spinta è verticale, l’atleta deve cercare di toccare un oggetto sospeso in alto.
  • La ricaduta è morbida su entrambi gli arti inferiori con un piegamento di ammortizzazione delle ginocchia. Evitare così un impatto eccessivo.
https://thefitnessscholar.com/home/strength-training-the-importance-of-plyometrics

Protocollo standard di Verkhoshansky:

FREQUENZA ESERCIZIO VOLUME INTENSITA’ RECUPERO
2/3 volte a settimana Salti in basso con spinta verticale 4 x 10 Carico Naturale e/o Sovraccarico Dai 3/5 minuti agli 8/10 minuti

Per quanto riguarda l’altezza di caduta è fondamentale seguire i principi di progressività e gradualità del carico. Secondo Verkhoshansky le altezze ottimali sono:

  • 0.75 m per lo sviluppo della forza esplosiva e della capacità reattiva dell’apparato neuromuscolare.
  • 1.10 m per lo sviluppo della forza massima.

Inoltre è possibile distinguere ulteriori mezzi riguardanti il metodo d’urto:

  1. Salti in basso secondo la direzione della spinta dopo il salto: In avanti, verso l’alto e verticale
  2. Salti in basso secondo i movimenti eseguiti dopo la spinta: Elementi dello sport specifico
  3. Salti in basso secondo la corrispondenza tra carattere della ricaduta e la specificità dell’interazione dell’atleta con l’appoggio nell’esercizio di gara: Elementi dello sport specifico
  4. Salti in basso secondo il numero delle spinte: Balzi singoli e multipli

Alle esercitazioni chiaramente vanno sempre abbinati, come afferma Verkhoshansky, esercizi base con bilanciere, kettlebell ed a corpo libero.

Il metodo d’urto nel calcio professionistico

Analizzando il calcio moderno, possiamo notare come oltre alla capacità di resistenza, anche la capacità di forza è estremamente rilevante, motivo per cui il metodo d’urto risulta fondamentale nella preparazione calcistica. Cambi di direzione, Accelerazioni, Decelerazioni, Tiri in porta, colpi di testa ecc sono tutti gesti atletici, in cui alla base si trovano chiaramente le qualità sviluppate con la metodologia del metodo d’urto.
La bravura sta dunque nel riuscire a dosare bene tale metodologia all’interno di una preparazione, in quanto al giorno d’oggi, il calcio è forse lo sport più difficile da periodizzare. Tutto ciò a causa non solo per l’elevato numero di gare in una stagione della massima serie, ma soprattutto anche per la loro frequenza.
Importante è dunque far comprendere bene, sia al calciatore che allo staff, il motivo per cui venga utilizzata tale metodica e quali possano essere i suoi benefici. È fondamentale soprattutto insegnare la tecnica alla perfezione, in quanto una tecnica eccellente, ci permetterà sicuramente di progredire bene con i carichi e di migliorare la prestazione.

Al lavoro di tecnica dovrà essere affiancato il giusto lavoro di carichi, utilizzando anche altre tipologie di esercizi, molti delle quali si avvicinano alla perfetta esecuzione del gesto stesso. Inoltre nel metodo d’urto, si va a lavorare molto sugli atterraggi e sulla componente eccentrica, che come visto in precedenza, sono alcuni tra i migliori metodi per la prevenzione dell’infortunio nel calciatore. È rilevante inoltre, variare sicuramente anche lo stimolo, e quindi utilizzare anche le altre metodiche specifiche per l’allenamento del calciatore, proprio per evitare la saturazione del suo potenziale motorio. Possiamo oltretutto aggiungere di abbinare al metodo d’urto, l’utilizzo di esercitazioni per il miglioramento della mobilità articolare soprattutto delle articolazioni tibio-tarsica e coxo-femorale, esercitazioni che sono alla base del calciatore professionista.

Conclusioni

Per concludere possiamo dire che tra metodo d’urto e calcio professionistico c’è un legame molto importante, in quanto tale preparazione risulta essere un ottimo modo per il miglioramento della performance fisica. Ma non dimentichiamoci mai che tale forma di lavoro deve essere utilizzata esclusivamente con atleti professionisti e non dilettanti, in quanto quelle appena descritte sono metodiche di lavoro avanzate estremamente allenanti, che possono essere utilizzate solo da coloro che possiedono un’ottima struttura neuromuscolare.
Inoltre secondo ciò che suggerisce Verkhoshansky, il metodo d’urto è una forma di preparazione fisica speciale della forza, che non deve sostituire le altre metodiche di allenamento della forza, ma deve essere integrata ad esse, in quanto costituisce uno dei metodi migliori per lo sviluppo dell’apparato neuromuscolare.

Bibliografia

Mezzi e metodi per l’allenamento della forza esplosiva tutto sul metodo d’urto, Yury Verkhoshansky, Società Stampa Sportiva-Roma

Credit immagine: https://makkandari.com

Leonardo Frontaloni
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