Quali sono gli infortuni nel calcio? E che incidenza hanno sul calciatore?
Il calcio è uno sport che, per le sue caratteristiche intrinseche, comporta una forte sollecitazione dell’apparato muscolo-scheletrico, con la conseguente incidenza di traumi o lesioni di diversa gravità. Il quadro appena descritto è dunque determinato da tutta una serie di fattori.
Il calcio è infatti un’attività sportiva che prevede un diretto contatto tra i giocatori. Peraltro il calcio moderno, indipendentemente dai moduli adottati, prevede comunque squadre molto raccolte nella disposizione in campo, e questo espone il calciatore (come anche la calciatrice) ad un maggior numero di contatti con l’avversario.
Bisogna considerare inoltre, che il calcio è uno sport che si pratica in differenti condizioni climatiche e su campi che presentano tra essi diverse caratteristiche. Questi infatti possono essere bagnati, più o meno duri o addirittura ghiacciati nei mesi invernali, e tutto ciò è certamente un fattore di rischio assolutamente non trascurabile. Altro fattore da considerare, è sicuramente la scelta delle scarpe e dei tacchetti da utilizzare in relazione al campo da gioco.
Ad esempio l’uso di tacchetti con disegni e forme aggressive che favoriscono una maggiore aderenza del piede al terreno, ma portano spesso ad una più alta vulnerabilità del ginocchio. Infine per la tutela dell’integrità fisica dei calciatori nel corso di una partita, un’altro dei parametri da analizzare è sicuramente rappresentato dalla severità dei direttori di gara.
Tipologie di infortunio e classificazione
Una prima distinzione tra le varie tipologie di infortuni, è determinata da quelli derivanti da una situazione di abuso, da quelli derivanti da un evento particolarmente grave o traumatico. Come facilmente intuibile, mentre quest’ultimi si verificano in maniera del tutto imprevedibile e accidentale, gli infortuni per abuso o per sovraccarico, scaturiscono invece da un utilizzo di muscoli, tessuti e articolazioni, sottoposto ad un continuo stress senza un tempo adeguato e corretto per il recupero o la guarigione. Inizialmente possono presentarsi come un lieve fastidio, ma col tempo possono finire per determinare un infortunio o una ricaduta.
Gli infortuni più comuni che possono manifestarsi nel calcio sono:
- Crampo muscolare: Il crampo muscolare è uno spasmo della muscolatura involontario, improvviso e doloroso. Il muscolo subisce il crampo quando, saturo di acido lattico, non riceve più la quantità d’ossigeno e sali minerali necessari a permettere l’estensione delle fibre muscolari, rimanendo contratto e provocando dolori acuti.
- Contrattura muscolare: Si tratta della lesione muscolare più semplice. È caratterizzata da un aumento involontario e permanente del tono muscolare durante (o a seguito) dell’attività sportiva.
- Distorsione alla caviglia: Si tratta del più frequente trauma muscolo-scheletrico dell’arto inferiore. Comporta uno stiramento e una lacerazione dei legamenti che circondano l’articolazione della caviglia.
- Frattura da stress: Frattura parziale o completa delle ossa, che avviene come risultato della modificazione troppo accelerata di un osso in risposta a sforzi ripetitivi, abituali e non violenti. Le donne sono più inclini a questo tipo di fratture, soprattutto in presenza di amenorrea o di oligomenorrea.
- Lesioni articolari: Lesione meniscali, lesioni della cartilagine del ginocchio, accompagnata in genere da gonfiore e impedimento dell’articolazione, dovuto alla presenza di frammenti di cartilagine nell’articolazione. Oppure lesioni dei legamenti del ginocchio che possono essere di vario tipo: lesione del legamento crociato anteriore (LCA), del legamento posteriore (LCP), del legamento collaterale mediale (LCM) e di quello laterale (LCL). Questi sono molto comuni in tutti gli sport che richiedono un arresto e una partenza o una modifica rapida delle direzioni, possono essere classificate come lesioni di I, II, o III° grado, a seconda se le sue fibre hanno subito una lieve distrazione, una discreta distrazione con rottura parziale, o una rottura completa. Determinano una chiara sensazione di instabilità e di impaccio nei movimenti, con limitazione articolare del ginocchio.
- Stiramento: Lo stiramento, o elongazione muscolare, è una lesione di media entità che altera il normale tono muscolare. In una scala di ipotetica gravità, potremmo collocarlo tra la semplice contrattura e lo strappo. Fra gli stiramenti tipici del calciatore ci sono quello all’inguine, quello al bicipite femorale, quello al quadricipite e quello al polpaccio.
- Strappo: Lo strappo, o distrazione muscolare, è una lesione piuttosto grave che causa la rottura di alcune fibre che compongono il muscolo. Tale lesione è generalmente causata da un’eccessiva sollecitazione, ed è piuttosto frequente negli sport che richiedono un movimento muscolare esplosivo. In relazione al numero di fibre coinvolte gli strappi muscolari, si possono classificare usando una scala di gravità composta da tre stadi. Si va dalla lesione di primo grado, che implica il danneggiamento solo di poche fibre muscolari (meno del 5%), alla lesione di terzo grado che, coinvolgendo tre quarti delle fibre, la quale causa una vera e propria lacerazione del ventre muscolare. Fra gli stiramenti tipici del calciatore ci sono quello all’inguine, quello al bicipite femorale, quello al quadricipite e quello al polpaccio.
- Tendinite: Con questo termine generico si indica un processo di tipo infiammatorio (dovuto ad un abuso) a carico di uno o più tendini. La tendinopatia più comune nel calciatore, è quella a carico del tendine d’Achille e si manifesta con un dolore rilevato in fondo alla caviglia.
Un po’ di numeri dalla letteratura
Dati e studi scientifici pongono elementi di analisi interessanti e utili per tutti coloro che svolgono attività sportiva. Nel calcio in particolare, tali studi propongono chiavi di lettura uniche in relazione all’incidenza, alle cause e alle conseguenze degli infortuni sul rendimento e risultati delle squadre di calcio. Uno studio condotto dalla UEFA nel 2008 da Hagglund, ha definito dei criteri molto rigidi sulla definizione di infortunio: viene definito infortunio quello che avviene durante un allenamento o un match, e che ne causa l’assenza nei successivi allenamenti o match. La gravità di un infortunio viene classificata come minima (1-3 giorni d’assenza), lieve (4-7 giorni), moderata (8-28 giorni) oppure grave (oltre 28 giorni).
Gli infortuni muscolari rappresentano il 31-46% di tutti gli infortuni nel calcio e, in ogni stagione, il 37% dei giocatori salterà allenamenti e partite a causa di un infortunio muscolare (Ekstrand). Sempre secondo Ekstrand in media, una squadra di calcio maschile di alto livello, con una rosa media di 25 giocatori, può aspettarsi 18 infortuni muscolari per stagione e di questi 7 colpiranno gli hamstrings, 3 il quadricipite, 5-6 l’inguine e 2-3 il polpaccio.
Di seguito viene mostrata una tabella che rappresenta l’incidenza degli infortuni muscolari in partita dei quattro principali distretti, in diversi gruppi d’età (Ekstrand et al, 2011).
Gli hamstring sono la principale sede di infortunio (12-37%), seguiti da adduttori (23%), quadricipite (19%) e polpaccio (12-13%). Non c’è differenza sostanziale tra gamba dominante e lesione muscolare, tranne per il quadricipite in cui il 60% delle lesioni avviene nella gamba dominante.
Vi sono inoltre anche studi condotti da Walden, che trattano l’incidenza totale (infortuni/1000 ore) degli infortuni muscolari.
E nel calcio femminile?
La letteratura specializzata su questo argomento, è sicuramente meno ricca rispetto a quella maschile. Tuttavia si è abbastanza concordi nel rilevare che, a causa di una minor forza muscolare nelle donne, si è maggiormente esposti a infortuni che riguardano i movimenti di atterraggio (landing) durante la corsa, dopo fasi di volo e di taglio (cutting), ed in special modo nei cambi di direzione.
Nel 2007 è stato realizzato uno studio dalla FIFA, chiamato “Fifa Medical Assessment and Research Centre F-MARC”, sugli infortuni nel calcio femminile, che analizza nello specifico la distribuzione degli infortuni a seconda dell’area colpita.
I dati raccolti ci dicono:
1. Caviglia 24%
2. Testa 16 %
3. Coscia 12%
4. Gamba 11%
5. Ginocchio 11%
6. Tronco 9%
7. Arti superiori 8%
Possedere meno forza, determina più difficoltà nel controllo neuromuscolare, risultando a volte causa di infortuni soprattutto al ginocchio. Le calciatrici sono esposte alle stesse tipologie infortunistiche degli uomini, e come i colleghi calciatori, anche loro soffrono per lo più di lesioni al ginocchio e alla caviglia. Ciò che però è di fondamentale importanza, sono le esposizioni ad un rischio di danni al legamento crociato anteriore, decisamente superiore rispetto agli uomini.
Le indagini epidemiologiche presenti in letteratura ci dicono infatti che la frequenza delle lesioni del LCA nell’ambito femminile, è da due a otto volte superiore rispetto a quello maschile. Inoltre il 61% delle lesioni del LCA nelle atlete, si verifica durante lo svolgimento della gara, con il 64% durante la prima mezz’ora di gioco. E come già registrato per gli uomini, la maggior parte degli eventi traumatici a carico del LCA, si registra in situazioni di gioco da “non contatto”, specie durante attività ” decelerative”.
Bibliografia
Ekstrand, J. (2013.) Epidemiology of Muscle Injuries in Soccer. In Muscle Injuries in Sports, H. Mueller-Wohlfahrt, ed. Stuttgart, Georg Thieme Verlag KG.
Hagglund, M., Walden, M., and Ekstrand, J. (2013.) Risk factors for lower extremity muscle injury in professional soccer: the UEFA Injury Study. The American journal of sports medicine.
Ekstrand, J., Hagglund, M., and Walden, M. (2011.) Injury incidence and injury patterns in professional football: the UEFA injury study. British journal of sports medicine.
Hagglund, M., Walden, M., Bahr, R., and Ekstrand, J. (2005.) Methods for epidemiological study of injuries to professional football players: developing the UEFA model. British journal of sports medicine.
Fifa Medical Assessment and Research Centre F-MARC.
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