Approccio multidimensionale:
dalla biomeccanica del movimento agli aspetti neuromuscolari e fisiologici

Il gioco del calcio è uno sport di situazioni open-skills, cioè caratterizzato da abilità aperte, eseguite pertanto in ambiente imprevedibile e mutevole, il quale richiede a chi le esegue, di adattare i suoi movimenti in risposta. (Schmidt, Wrisberg, 2000). È uno sport di movimento e di contatto, basato sulla pratica di un esercizio intermittente, dove si alternano l’utilizzo delle capacità aerobiche a quelle anaerobiche lattacide o alattacide, dove risulta inoltre fondamentale la destrezza nell’eseguire con rapidità anche i gesti tecnici più complessi.
Il modello di prestazione e il carico sostenuto, dovrebbero focalizzarsi su elementi specifici del modello di gara, al fine di garantire gli adattamenti più significativi sia sul versante fisico che su quello tecnico-tattico.
Il calciatore in gara cambia attività in media ogni 4-6″, determinando l’effettuazione di circa 1300 attività diverse durante la partita.
Per poter spiegare meglio questo concetto, si prenda ad esempio un maratoneta a cui è richiesta una certa tipologia di prestazione, ovvero per poter percorrere una distanza di circa 42 km è richiesto di mantenere una velocità costante se non superiore a quella di 20 km/h, gli stessi 20 km/h che nel calcio invece sono considerati una corsa ad altissima intensità.

Ciò che invece è richiesto al calciatore, è compiere continui cambi di direzione, cambi di senso, accelerazioni e decelerazioni, cambi di corsa in frequenza e in ampiezza, balzi, arresti improvvisi e ripartenze.
Tutti aspetti che non hanno nulla a che vedere con il modello prestativo di un maratoneta. Ed è proprio grazie a tutti questi elementi di imprevedibilità che il calcio può essere veramente considerato lo sport più bello e affascinante al mondo?

Biomeccanica del movimento di corsa

La corsa è un gesto tecnico complesso, alla base di quasi tutte le discipline sportive. È definita la naturale progressione locomotoria bipodalica, che si attua sostanzialmente quando abbiamo bisogno di muoverci più velocemente. Apparentemente ha una facilità esecutiva che non impone una necessaria preparazione. Ma non è così. Ci sono infatti una serie di caratteristiche nell’appoggio del piede, che necessitano di un allenamento, ed a priori, di un apprendimento estremamente complesso.
La biomeccanica della corsa, come nella deambulazione (cammino), è considerata un’azione ciclica che può essere descritta e divisa in cicli, dal contatto di un piede al suolo, al successivo contatto dello stesso piede. Qui in figura in basso, possiamo notare un’analisi biomeccanica del ciclo della corsa.

Da un punto di vista biomeccanico, il corpo passa da una situazione che simula un pendolo durante la deambulazione, ad una situazione più simile ad una molla durante la corsa. Il trasferimento ciclico dell’energia avviene con l’estensione dell’arto inferiore, il quale è a contatto col suolo e mantiene in avanti il baricentro, permettendo un avanzamento dell’altro arto. Così facendo in questa fase si ha un accumulo di energia elastica da parte dei muscoli, tendini e delle altre strutture. Dunque la fase di contatto al suolo del piede con le articolazioni dell’arto inferiore in posizione flessa, rilasciano l’energia accumulata durante l’estensione, per poter permettere così la fase di volo. Il piede umano è caratterizzato dalla capacità di riciclare energia meccanica durante la locomozione, contribuendo fino al 17% dell’energia necessaria per alimentare una falcata. Un aumento di velocità richiede dunque una maggior articolarità, una maggior ampiezza del movimento e una maggior forza muscolare.

Che cos’è la Running economy?

La Running economy o l’economia di corsa (RE), è un complesso concetto multifattoriale che riflette il composto integrato di una varietà di caratteristiche metaboliche, cardiorespiratorie, biomeccaniche e neuromuscolari, che sono uniche per l’individuo e l’atleta. L’efficienza metabolica si riferisce soprattutto all’utilizzo dell’energia disponibile per facilitare prestazioni ottimali. L’efficienza cardiopolmonare invece, si riferisce a una produzione di lavoro ridotta per i processi relativi al trasporto e all’utilizzo dell’ossigeno.
Le caratteristiche biomeccaniche e neuromuscolari a loro volta, si riferiscono all’interazione tra il sistema neurale e muscolo-scheletrico, e la loro capacità di convertire la potenza in traslocazione, e così di conseguenza in prestazioni.
Nonostante sia semplice da misurare e accettabilmente affidabile, è evidente che tra le numerose caratteristiche metaboliche, cardiopolmonari, biomeccaniche e neuromuscolari che contribuiscono alla RE (Running Economy), molte di queste sono in grado di adattarsi attraverso l’allenamento.

L’efficienza neuromuscolare può svolgere un ruolo importante nel determinare la RE, specialmente negli atleti con caratteristiche fisiologiche simili. In particolare, i tempi e l’ampiezza dell’attività muscolare nella fase iniziale del contatto con il suolo, influiscono sull’economia aumentando la rigidità delle gambe e lo sfruttamento dell’energia elastica immagazzinata. È probabile che la regolazione di un determinato fattore, possa comportare un miglioramento nell’economia in un atleta, ma di contrasto può verificarsi anche, che la stessa regolazione in un altro atleta potrebbe risultare non economica, a causa delle differenze nelle diverse caratteristiche fisiologiche o biomeccaniche.
In tutto ciò un fattore da non sottovalutare, è certamente l’uso delle braccia.

L’andatura sul campo è caratterizzata dal particolare tipo di corsa.
Nel calcio appunto, possiamo annoverare una corsa radente con il piede attaccato al suolo in rotazione esterna e il ginocchio in flessione ridotta, caratteristica tipica del giocatore in possesso di palla.
Molto particolare ed in qualche modo identificativo del calciatore di alto livello, è il rapporto tra muscoli agonisti ed antagonisti, relativi alla differenza tra un arto inferiore e quello controlaterale. Si è evidenziato infatti, come nella coscia esista un incremento del rapporto flesso-estensori che risulta maggiore rispetto a quanto rilevato in altri atleti.
Risulta di conseguenza fondamentale, lo studio della biomeccanica e fisiologia del calcio al fine di conoscere a fondo i meccanismi per la prevenzione primaria degli infortuni. L’analisi degli appoggi e quindi la valutazione della corsa di un esercizio pliometrico, possono essere considerati un test predittivo dell’infortunio.
In basso riportiamo una mappa riassuntiva di tutti gli elementi che possono influenzare la corsa del calciatore o di un atleta in generale, e la sua economia di corsa.

Schematic of strategies to improve running economy

Considerazioni finali

La corsa è dunque alla base della maggior parte di tutte le discipline sportive. Le differenze sono riferite solamente agli atteggiamenti specifici dovuti alla specialità e allo sport praticato. Ad imparare a correre si dovrebbe iniziare in giovanissima età, senza tralasciare la conoscenza dell’uso del piede. Chiaramente quanto sopra descritto, è un processo di apprendimento che deve essere strutturato in varie tappe.
Tappe che possono collocarsi già all’età di 2 o 3 anni, e che possano proseguire fino ad arrivare ai 18. L’attenzione sull’iniziale livello di apprendimento deve essere massima, perché l’obiettivo principale, deve assolutamente essere quello di rendere sempre meno complicato il proseguimento dell’attività in età di sviluppo. Gli studi sull’apprendimento motorio hanno dimostrato infatti, che la pratica continua di un’attività, comporta un controllo più abile dei movimenti, comportando così una riduzione dell’ampiezza e della durata dell’attività muscolare, da una minore co-attivazione muscolare e da una minore variabilità dei movimenti.

BIBLIOGRAFIA:
Strategies to Improve Running Economy. Barnes, Kyle, Kilding, Andrew. Sports medicine (Auckland, N.Z.)
Running economy: Measurement, norms, and determining factors. Kyle Barnes, Andrew Kilding. Sports Medicine – Open
Rearfoot striking runners are more economical than midfoot strikers. Ogueta-alday A, Rodríguez-marroyo JA, García-lópez J. Med Sci Sports Exerc
Muscle mechanical work and elastic energy utilization during walking and running near the preferred gait transition speed. Sasaki K, Neptune RR..Gait Posture.
Motor patterns in human walking and running. Cappellini G, Ivanenko YP, Poppele RE, Lacquaniti F. J Neurophysiol
/2019/08/il-modello-prestativo-del-calcio/
https://lascienzainpalestra.it
https://runlovers.it

Credit Immagine: https://sportsindiashow.com/watch-virgil-van-dijk-fastest-man-champions-league-2018-19/

Umberto Giacone