Qual è la funzionalità del GPS e perché il suo utilizzo si lega alla performance nel calcio?

Il GPS, ovvero il Global Positioning System nasce come strumento utile a calcolare il carico esterno, che potremmo definire come “il lavoro prodotto” del calciatore. Come spiegato in un articolo precedente sulla tecnologia applicata al calcio moderno, (vedi approfondimento) si tratta di un dispositivo tutt’altro che invasivo e con costi mediamente accettabili. 

Partiamo dunque da un presupposto di fondamentale importanza, e cioè che il GPS non può rilevare dei parametri fisiologici. Il GPS rileva essenzialmente la posizione, nel nostro caso di un calciatore, e quindi rilevando due posizioni della stessa persona in un determinato lasso di tempo, se ne può derivare la velocità. L’errore più comune commesso da molti addetti ai lavori, è infatti quello di pensare di poter sostituire il “carico esterno” con quello “interno”, ovvero di poter calcolare parametri come la frequenza cardiaca, acido lattico, consumo di ossigeno, ecc.

Questo sistema permette di misurare con elevata precisione diversi parametri relativi agli spostamenti di un atleta in gara o in allenamento, e quindi di effettuare una valutazione dettagliata del carico esterno a cui l’atleta stesso è sottoposto. Vengono presi in considerazione ad esempio la distanza percorsa e le diverse velocità di spostamento, il tempo trascorso durante gli spostamenti a diverse velocità, la distanza percorsa in una determinata unità di tempo ecc. E proprio in merito a queste tipologie di informazioni, che è possibile individuare un altro eventuale utilizzo erroneo; ossia il GPS non è un accelerometro. Nella migliore delle ipotesi, infatti, il GPS lavora a 50 Hertz, mentre un accelerometro affidabile, ha una frequenza di almeno 100 Hz.

L’utilizzo di questa tecnologia da la possibilità di valutare diverse tipologie di parametri e “indicazioni” che permettono al preparatore atletico, di avere numerose fotografie sia del singolo atleta, che della squadra dal punto di vista fisico e tattico. 

Quali sono i limiti che può avere la strumentazione GPS?

Innanzitutto il limite principale è legato ai dati relativi al movimento dell’atleta. Non è possibile infatti conoscere se gli elementi in nostro possesso sono stati rilevati quando un giocatore era in possesso di palla, oppure se stesse effettuando una corsa laterale o ancora una corsa all’indietro. Altro limite significativo è la difficoltà di riuscire ad effettuare le rilevazioni all’interno di uno stadio. Il motivo è legato sostanzialmente al funzionamento dei GPS, i quali lavorano attraverso le onde elettromagnetiche. Può risultare difatti molto difficoltoso effettuare rilevazioni negli stadi aperti, durante le partite disputate in occasione di competizioni ufficiali, a causa della compresenza di moltissimi dispositivi. 

Altri esempi di ostacoli ad una precisa rilevazione dei dati, sono rappresentati ad esempio dall’incapacità di campionamento in un ambiente chiuso la ricezione del segnale che può essere disturbato da palazzi, grattacieli, o addirittura campi magnetici elevati. Il segnale rimbalza in modo impreciso causando delle letture errate. Per consentire una ricezione ottimale del segnale il ricevitore deve trovarsi in uno spazio aperto. Ma anche in questo caso, se si decide di usare il dispositivo all’interno di uno stadio dotato di tribune sufficientemente alte, il problema appena descritto potrebbe riproporsi. Alcuni parametri vengono infatti rilevati in modo diretto (ad esempio la distanza percorsa) altri per deduzione, come gli impatti.

Altra limitazione su cui che bisogna porre particolare attenzione, è sicuramente quella relativa al confronto dei dati rilavati, sia dal punto di vista collettivo o di squadra, ma anche tra i singoli giocatori. Ad esempio, è fondamentale tenere conto che il confronto effettuato attraverso strumenti GPS differenti, può risultare distorto ed errato. Inoltre è importante soprattutto non analizzare informazioni provenienti ne da sistemi diversi (ad esempio, tramite GPS e analisi video) ma neanche da ambienti diversi, come il campo allenamento o lo stadio. 

Conclusioni e suggerimenti

Sicuramente bisogna sottolineare il fatto che, come una variabile non spiega tutto, così il GPS non è uno apparecchio in grado di chiarire tutte le dinamiche che sottendono la preparazione ed il gioco del calcio. Il GPS è solo uno strumento, e come tale non può spiegare tutte le variabili e darci informazioni corrette e precisissime.

Dunque alla luce dei limiti sopra esposti, il GPS è un dispositivo interessante che a mio modo di vedere, potrebbe essere utile in particolare durante le esercitazioni, per valutare bene la performance calcistica dei calciatori. L’elevata accessibilità e l’uso sistematico dei dispositivi GPS anche in gare competitive, ha portato notevoli benefici allo studio dei diversi modelli prestativi nel calcio e tutto ciò ha permesso una dettagliata analisi del carico esterno per ruoli e per categorie. Incrociare i dati fisici con quelli tecnico-tattici, è utile alla definizione di un’analisi più attenta e globale della gara, al fine di rendere il processo di allenamento più specifico ed efficace.

Credit Immagine: http://sportevai.it/

Umberto Giacone