La composizione del settore giovanile femminile

Una società di calcio Femminile presenta la seguente composizione del settore giovanile. Si parte con la Scuola Calcio, volta a dare i primi concetti calcistici alla bambina; si passa poi alla categoria Pulcine, dove si insegnano i primi concetti tecnici del medesimo sport; in seguito si entra a far parte dell’Under 12 (Esordienti), nella quale si continua a perfezionare la tecnica. Un passaggio fondamentale si ha con l’arrivo nell’Under 15, dove visto anche l’ammontare del tempo di gioco, risulta necessario iniziare lavori specifici sulle capacità condizionali. Successivamente la ragazza passa nell’Under 17 e qui le capacità condizionali bisogna continuare a migliorarle; infine si hanno le categorie Under 19 Regionali o Primavera Nazionali, caratterizzate da una sempre più marcata attenzione alle capacità motorie, visto l’imminente passaggio futuro della calciatrice in una Prima Squadra. 

Le tipologie dell’allenamento fisico

L’allenamento fisico nel calcio si distingue in varie tipologie: aerobico, anaerobico e muscolare specifico. 

L’AEROBICO è utile per aumentare il ritmo di lavoro durante una competizione, minimizzare una flessione nella prestazione tecnica e gli intervalli nella concentrazione indotta dalla fatica verso la fine di un incontro. Dal punto di vista fisiologico, consente di migliorare la capacità del sistema cardiovascolare di trasportare l’ossigeno, la capacità dei muscoli di utilizzare l’ossigeno e di ossidare il grasso durante periodi prolungati di esercizio e l’abilità di recuperare dopo un esercizio d’alta intensità. Si articola in tre categorie, bassa – media – alta intensità, ciascuna con un rispettivo valore di frequenza cardiaca.

L’ANAEROBICO, invece, è volto ad aumentare il potenziale di un giocatore per eseguire un esercizio d’alta intensità. Permette di migliorare l’abilità di agire velocemente e di produrre potenza rapidamente, di elevare la capacità di produrre potenza ed energia in maniera continua attraverso percorsi produttivi di energia anaerobica e di migliorare l’abilità di recuperare dopo un periodo di lavoro d’alta intensità. Si divide in due gruppi: l’allenamento di velocità, mirante a migliorare l’abilità di agire velocemente, e quello di resistenza alla velocità, separato a sua volta in allenamento di “Produzione” e “Mantenimento”. Più nei dettagli quello di “Produzione” deve contribuire a perfezionare l’abilità di eseguire al massimo l’esercizio prefissato per un breve periodo di tempo, mentre quello di “Mantenimento” ad incrementare l’abilità di sostenere l’esercizio ad un’intensità elevata. 

Infine il MUSCOLARE SPECIFICO ha come obiettivo principale quello di aumentare la prestazione di un muscolo. Può essere suddiviso in alcune sottocategorie, l’allenamento di Forza muscolare, di Resistenza alla velocità muscolare e di Flessibilità. Più nello specifico, il primo deve consentire l’aumento della potenza muscolare durante attività esplosive (saltare, accelerazioni…), prevenire gli infortuni e recuperare la forza dopo una lesione. Si articola in Forza funzionale, nel quale i movimenti sono relativi allo sport praticato e vengono per lo più eseguiti in condizioni di stress ed in Forza di base, dove i gruppi muscolari vengono allenati separatamente. 

L’allenamento fisico – atletico deve essere specifico ed efficace per consentire lo sviluppo delle qualità più utili al gioco e risparmiare tempo da dedicare agli aspetti tattici e tecnici dello stesso. 

Il calcio è uno sport fisicamente esigente ed i giocatori hanno bisogno di un alto livello di fitness per far fronte alle richieste energetiche ed una ben sviluppata capacità di esprimere potenza nelle singole azioni durante una partita. È importante, perciò, che i giocatori migliorino la loro abilità di realizzare sforzi massimi ripetuti o al di sopra di periodi prolungati, che possono essere raggiunti tramite uno specifico Allenamento Fisico (Bangsbo J, Iaia FM 2013). Tenere sviluppate tutte le capacità fisiche è importante per una calciatrice per garantire sempre ottimali livelli di prestazione e per ridurre il rischio di contrarre un infortunio. 

https://www.ksi.is/media/fraedsla/Jens_Bangsbo_2006.pdf


Le rilevanze scientifiche nell’allenamento fisico

Nella letteratura scientifica sono presenti, infatti, numerosi studi che affrontano la tematica dell’aspetto fisico nel calcio e si possono comprendere meglio i benefici che questa componente apporta sul corpo dell’atleta. 

Il calcio è uno sport multiforme, in cui il successo dipende da fattori fisici, tecnici e tattici (Castagna C, Chamari K et al., 2005). Un numero di prerequisiti fisici e antropometrici è necessario per competere nell’alto livello. I giocatori devono possedere una fitness aerobica ben sviluppata ed una potenza anaerobica, insieme ad una buona agilità, nel tentativo di mantenere un’alta potenza durante i movimenti veloci lungo un’intera partita (Bangsbo J, Krustrup P et al., 2005). 

Il calcio è caratterizzato da periodi di corsa d’alta intensità, punteggiato da attività a bassa intensità come il cammino e la corsa leggera (Bangsbo J, Mohr M et al., 2006). Nessuna misura esatta di performance fisica esiste nel calcio d’élite, la distanza coperta ad alta intensità sembra essere un indicatore utile a fornire questa sua relazione con lo stato di allenamento ed è una variabile che separa gli standard di competizione di calciatori e calciatrici (Andersson H, Ekblom B et al., 2008).

La popolarità ed il professionismo del calcio femminile è aumentata marcatamente negli ultimi anni, con le giocatrici di alto livello che ora sono occupate su base professionale o semiprofessionale. L’uso di tecnologie come i sistemi di posizionamento globale (GPS) e quelli di telecamere semiautomatiche sono comuni anche in questa realtà e forniscono numerose informazioni sullo stato delle giocatrici. Da alcuni dati, è emerso che quelle militanti nell’alto livello coprono una distanza totale di 10 km, con 1.7 km completati ad alta velocità (>18 km/h) e distanze in sprint medie di 14.9 ± 5.6 m. I coinvolgimenti delle abilità specifiche di gioco (come i passaggi, i dribbling, i contrasti e gli arresti) sono stati quantificati come 76 ± 30 eventi per partita, nello specifico 11 ± 1 colpi di testa e 16 ± 1 contrasti e venivano eseguiti anche 1350 – 1650 cambi di attività.

Le calciatrici di alto livello completano 28 % di corsa d’alta velocità e 24 % di sprint che quelle di moderato livello. Le giocatrici, inoltre, producono maggiori picchi di sprint ripetuto durante le partite internazionali che in quelle nazionali; completano di conseguenza più corsa d’alta velocità (13 %) e sprint (14 %) quando giocano incontri internazionali. I centrocampisti coprono più di 1000 m che gli attaccanti e 600 m più dei difensori; ma anche i difensori centrali raggiungono una minor corsa d’alta velocità che i centrocampisti e gli attaccanti. Diminuzioni nella corsa d’alta velocità è stata riportata tra ed entro i due tempi.

I 5 minuti seguenti ad un periodo di picco di 5 minuti di corsa d’alta velocità durante una partita è stata usata frequentemente come un indicatore della fatica temporanea, ed una diminuzione del 17 % nella corsa d’alta velocità era evidente nelle giocatrici di alto livello. Ciò suggerisce un’inabilità a mantenere una corsa ad alta intensità ed un insuccesso ad eseguire l’intensità richiesta per tutta la partita. Si sono mostrate diminuzioni nella velocità, nel salto con contro movimento, nello sprint ripetuto, nella resistenza intermittente misurata con lo “Yo-Yo Intermittent Endurance test level 2” (YYIE2), nell’estensione e nella flessione del ginocchio.

Queste informazioni forniscono un’indicazione alla comparsa della fatica dopo una partita. Il consumo d’ossigeno medio (VO2) durante una partita femminile è stato stimato al 77 – 80 % del VO2MAX, con valori di picco del 96 % . Quindi il sistema energetico aerobico è altamente tassato durante un incontro, con periodi che si avvicinano al massimo sforzo. Le concentrazioni di lattato delle giocatrici d’élite corrispondevano ai 5.1 ± 0,5 e 2.7 ± 0,4 mmol/L, avvenute dopo il primo ed il secondo tempo. Le donne di età compresa tra i 13 ed i 50 anni sono soggette ad un ritmo mensile denominato “Ciclo Mestruale”. Alti carichi di allenamento possono avere un effetto avverso su quest’ultimo. Da alcuni studi, è emerso che il VO2MAX non influenza la fase del ciclo; la ventilazione, la frequenza cardiaca ed i tassi di percezione dello sforzo aumentano durante la fase lutea; le soglie di lattato sono uguali o leggermente basse durante un’attività intensa – moderata. Però, numerose ricerche hanno concluso che le fluttuazioni negli ormoni steroidei femminili non influenzano la forza muscolare e la faticabilità. Inoltre non si sono mostrate differenze di prestazione nella corsa a navetta intermittente d’alta intensità in tutto il ciclo mestruale.

La prestazione aerobica si riduce del 5 – 15 % nelle donne allenate e attive, usando la pillola contracettiva orale (OCP). Invece quella anaerobica e più nei dettagli la performance intermittente d’alta intensità e la forza appaiono essere non influenzati dall’OCP. L’incidenza degli infortuni per le calciatrici è compresa tra 1.2 e 7.0 per 1000 ore di allenamento e 12.6 – 24.0 per 1000 ore di partita. I distretti anatomici maggiormente interessati sono la caviglia, il ginocchio (nello specifico il legamento crociato anteriore) ed i muscoli della coscia e del polpaccio (Andersson H, Datson N et al., 2014).

Considerazioni finali

In vista del futuro, sorge quindi sempre più la necessità di adottare specifiche forme di allenamento fisico in un qualsiasi settore giovanile femminile. Nell’attuare ciò è di fondamentale importanza basarsi sulle evidenze scientifiche, al fine di costruire nella maniera più ottimale nuove figure di calciatrici. 

Bibliografia: 

Andersson H, Datson N, Drust B, Gregson W, Hulton A, Lewis T, Weston M Applied physiology of female soccer: an update Sports Medicine, 2014 Sep, 44(9): 1225-40 

Bangsbo J, Iaia FM Science and Soccer Developing lite Performers, edited by Williams M Routledge, Taylor & Francis Group, London, 2013, p.171 (Parte 3) 

Bangsbo J, Krustrup P, Mohr M Physical and metabolic demands of training and match-play in the elite football player Journal of Sports Science, 2006 Jul, 24(7): 665-74 

Castagna C, Chamari K, Stolen T, Wisloff U Physiology of soccer: an update Sports Medicine, 2005, 35(6): 501-36 

Ferretti F, Allenamento fisico nel calcio: concetti e principi metodologici, Edizioni Correre, Milano, 2010, p.383 

Weineck J, L’allenamento ottimale, Calzetti e Mariucci Editori, Torgiano (PG), 2009, p.760 

credit image: https://www.ilnuovocalcio.it/allenamento-nel-calcio/allenamento-preparazione-atletica/la-rsa-nel-calcio-femminile

Carolina Bertolini

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